Archivio di Elena Croce
Elena Croce nacque a Napoli il 3 febbraio 1915. Si laureò in giurisprudenza all’università di Napoli con una tesi su I Parlamenti Napoletani sotto la dominazione spagnola, pubblicata nel 1936 nell’Archivio storico per le province napoletane. Del 1941, sulla rivista Civiltà moderna, è il suo saggio su Baltasar Gracián. Successive sono le sue traduzioni, per la Biblioteca di cultura moderna dell’editore Laterza: Robert Vischer, Raffaello e Rubens (1945); Herbert L. Matthews, I frutti del fascismo (1946) e Jean Paul Siebenkas (1947). Curò anche il volume di Scritti di Ferdinando Verdinois per Ricciardi (1950). In questi anni pubblicò sui Quaderni della Critica una serie di saggi raccolti poi nel volume Poeti e scrittori tedeschi dell’ultimo Settecento (Laterza 1951), a cui seguirà nel 1962 una seconda raccolta dal titolo Romantici tedeschi (ESI). Nel 1948, col marito Raimondo Craveri, fondò e poi diresse la rivista Lo Spettatore Italiano, che cesserà le pubblicazioni nel 1956, su cui scrisse saggi, recensioni, note critiche. Fu tra i fondatori della rivista di Margherita Caetani Botteghe Oscure, diretta da Giorgio Bassani. Al 1955 risale l’atto di fondazione dell’Associazione Italia Nostra a cui partecipò con Zanotti Bianco, Pietro Paolo Trompeo, Giorgio Bassani, Desideria Pasolini, Hubert Howard, Gino Magnani Rocca, Filippo Caracciolo, Clemente Aldobrandini. Avrebbe in seguito dato vita - con Emilio Cerulli e Giovanni Pugliese Carratelli - al Comitato per la difesa dei beni culturali del Mezzogiorno, che operò soprattutto a Napoli e nel salernitano. Sull’insieme delle iniziative promosse in difesa del patrimonio artistico e naturale scrisse La lunga guerra per l’ambiente (Mondadori, 1971). Cessata la pubblicazione de Lo spettatore italiano, (1956), Elena Croce prese a collaborare assiduamente alla RAI, con rassegne sulla letteratura spagnola e tedesca e a Il Mondo e Nord e Sud. I suoi Ricordi familiari sono del 1961, e verranno editi in una collana di saggi da lei diretta per l’editore Vallecchi (poi ampliati e ripubblicati da Adelphi), in cui uscirà anche il suo Lo specchio della biografia (1962). Nel 1962 era uscita per Einaudi la sua antologia Poeti del novecento, italiani e stranieri. Nel 1960 il Canto di vita di Hugo von Hofmannstal. Gli anni ’60 saranno quelli della sua più intensa attività di scrittrice: Lo snobismo liberale (1963), la biografia di Francesco De Sanctis con la sorella Alda (1946), la biografia di Silvio Spaventa (1969), l’antologia, curata con la sorella Alda, Narratori meridionali del secondo Ottocento (1969). Risale a questi anni la sua collaborazione a La Stampa, La Nazione, Il Mattino. Nel 1970 promosse la rivista Prospettive Settanta. Del 1972 è una raccolta di racconti In visita, e del 1974 La patria napoletana; due lavori di critica letteraria, Periplo italiano (1975) e La fine del romanzo (1977). Del 1979 è la sua traduzione de I sonetti di Crimea di Adam Mickiewicz. Ha fatto parte del consiglio di amministrazione della RAI dal 1975 al 1977. Degli anni ’80 è il volumetto Le due città (Adelphi) e la prefazione al Carteggio Croce – Pancrazi (Passigli). L’ultimo suo lavoro pubblicato è la traduzione dell’Oberon di Wieland, da Mondadori. L’archivio di Elena Croce, depositato presso la Fondazione, è costituito dalle seguenti serie archivistiche: 1. Carteggio (7.500 documenti circa)
2. Articoli e recensioni di Elena Croce (circa 650 documenti) 3. Dattiloscritti e bozze di stampa di opere scritte, curate o tradotte da Elena Croce (16 pezzi) 4. Articoli, recensioni e lettere sui libri di Elena (circa 568 documenti) 5. Articoli e recensioni su Elena Croce (circa 206 documenti) 6. Conversazioni, recensioni, documenti della trasmissione radiofonica in onda sul 3° programma della RAI – 1963 (dattiloscritti con correzioni autografe; circa 410 documenti) 7. Diari (4 quaderni) |